Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Grottaferrata

Storia

Storia della biblioteca

Il Monastero di santa Maria di Grottaferrata, meglio noto come Abbazia di san Nilo, fu fondato dal santo monaco Nilo da Rossano nel 1004, anno della sua morte.
Appartenente all’antica tradizione monastica italo-greca fiorita nell’Italia meridionale in epoca medievale, si caratterizza ancora oggi per aver conservato il rito bizantino nella fedeltà alla Chiesa di Roma ed al papa.
La Biblioteca deriva la sua origine dal corredo librario usato dai monaci per lo svolgimento delle azioni liturgiche e delle pratiche ascetiche e per la loro formazione culturale. Per tale motivo il nucleo primitivo è costituito dal fondo di manoscritti medievali in lingua greca, particolarmente interessante per lo studio della liturgia e della cultura bizantine, datati a partire dal sec. X con un consistente numero di palinsesti datati dal sec. VII. Accanto al fondo greco si sono formati, nel tempo, anche i fondi manoscritti in lingua latina, italiana e in lingue orientali.
La presenza di libri a stampa è attestata nella libraria già nel 1608 ma il loro incremento ricevette un decisivo impulso dopo la costruzione della sala destinata a biblioteca nella nuova fabbrica settecentesca.
Realizzata l’unità nazionale il monastero subì la soppressione in base alla legge 19 giugno 1873 n. 1402 che estendeva alla provincia di Roma le leggi sabaude sulla soppressione delle corporazioni religiose, ma con decreto ministeriale del 28 febbraio 1874 è stato riconosciuto Monumento nazionale. Sulla base di tale status, il Ministero della Pubblica Istruzione ha delegato fin da allora alla comunità monastica la custodia del monumento stesso e dei suoi fondi librari, archivistici, artistici e scientifici, assegnandone la responsabilità ad un Soprintendente, solitamente il superiore, che dal 1912 porta il titolo di Conservatore onorario.
Nel 1883 il Soprintendente p. Antonio Rocchi, bibliotecario ed archivista, portò a termine i cataloghi del patrimonio librario manoscritto e a stampa.
Negli anni Trenta del sec. XX, sotto la direzione di p. Nilo Borgia, il patrimonio librario si arricchì di fondi librari di rilevanza storica: la Biblioteca del soppresso convento di S. Francesco a Castel Gandolfo e 8 manoscritti greci medievali provenienti dal monastero italo-greco di S. Demetrio Corone. Nella stessa epoca le autorità governative e la direzione decisero di istituire nell’Abbazia un Laboratorio di restauro del libro antico (1931).
Nel 1955, sotto la direzione di P. Teodoro Minisci, fu inaugurata una nuova sala, con arredi moderni e funzionali, attigua all’antica Biblioteca monumentale, attualmente sede della Biblioteca monastica
Dopo l’istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali (1975), la Biblioteca moderna ha conosciuto un costante sviluppo e, sotto la direzione di p. Marco Petta, ha perfezionato il suo carattere specialistico nelle discipline relative alla tradizione spirituale e culturale greco-bizantina e alla storia della Chiesa orientale, riservando uno spazio privilegiato alle collezioni che pubblicano le fonti storiche relative a tali materie.
Nel 2001 la Biblioteca si è trasferita nelle sale site al secondo piano del rinascimentale Palazzo dei commendatari (secoli XV-XVI), dopo i necessari interventi di restauro e di adeguamento strutturale ed impiantistico curati dalla Direzione generale per i beni librari e gl’istituti culturali.
A perenne memoria dello speciale compito dell’istituto, nella Sala di studio è posta l’epigrafe marmorea con l’oscrizione “ἡ βιβλιοθήκη της σοφίας ἀποθήκη”, la Biblioteca deposito della sapienza.

The LibraryLa bibliothèque

Sala polivalente della biblioteca moderna inaugurata nel 2001

Biblioteca monumentale

 

 

 

 

 

 

 

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