Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Grottaferrata

Loggia Farnesiana

Sul lato nord est del complesso abbaziale, all’estremità prospiciente gli spalti dell’ala roveriana, è presente un piccolo edificio che si addossa al Palazzo degli abati commendatari. L’edificio, a cui si accede attraverso le sale della biblioteca è una loggia caratterizzata da un prospetto dal raffinato disegno con un ampio arco a serliana al piano inferiore ed un’apertura con colonne e balaustra al piano superiore.

Loggia farnesiana, esternoLa piccola ed elegante struttura, edificata con molta probabilità intorno al 1567, è tradizionalmente attribuita a Jacopo Barozzi da Vignola, l’architetto prediletto del cardinale commendatario del tempo, Alessandro Farnese, che governò dal 1564 fino alla sua morte avvenuta nel 1589.

Il “Gran Cardinale” che fu uno dei maggiori mecenati della scena artistica romana, fece decorare le pareti dell’ambiente superiore della loggia con affreschi che narrano le vicende relative alla distruzione dell’antica città di Tuscolo avvenuta il 17 aprile 1191. Il primo affresco raffigura la Fortificazione della città di Tuscolo, il secondo l’Assedio della città da parte dei romani, il terzo la Distruzione della città e la fuga degli abitanti, il quarto ed ultimo quadro raffigura il Trasporto del SS. Sacramento e altri oggetti sacri portati via dalla città distrutta verso Frascati.

Queste scene si inseriscono come quadri inCanefora un’elegante cornice decorata con ovoli e baccelli. Negli spazi tra i quadri sono dipinte delle canefore, imponenti figure femminili che portano cesti colmi di frutta e fiori.
L’opera pittorica è anonima ma studi recenti hanno permesso, quasi con certezza, di attribuire gli affreschi relativi alle storie di Tuscolo al pittore fiammingo Cornelis Loots, artista che operò quasi sempre al servizio della famiglia Farnese.

Tutta la decorazione della loggia mostra uno stretto rapporto con gli affreschi di Palazzo Farnese a Caprarola, edificio del quale proprio il cardinale Alessandro nel 1559 aveva fatto riprendere la costruzione.
Grazie a confronti con gli affreschi presenti a Caprarola, recentemente la studiosa Patrizia Tosini ha attribuito tre delle otto canefore della Loggia a Giovanni De Vecchi che le avrebbe realizzate in collaborazione con Raffaellino da Reggio. Queste canefore si collegano stilisticamente alle figure principali affrescate nelle Sale degli Angeli e del Mappamondo a Caprarola dove tra il 1574 e il 1575 è documentato il lavoro dei due artisti.

A Roma uno degli esempi più noti di loggia cinquecentesca che coniuga armoniosamente architettura, pittura e paesaggio è sicuramente quella della villa Farnesina alla Lungara, edificio che il cardinale Alessandro acquistò nel 1579.

Il governo dei cardinali Farnese proseguì con il cardinale Odoardo commendatario tra il 1599 ed il 1626, A lui si deve la decorazione nel 1610 della cappella di San Nilo e di S. Bartolomeo con le “Storie dei due santi” ad opera del Domenichino. La commenda della famiglia Farnese a Grottaferrata si caratterizzò quindi per il lascito di questi pregevoli tesori artistici.

Loggia Farnesiana
Loggia Farnesiana

Antonio Rocchi, Storie e vicende del monastero di S. Maria di Grottaferrata, traduzione dal latino a cura di p.Basilio Intrieri, Monastero Esarchico di S. Maria di Grottaferrata, pp. 190-192.
P. Giannattasio, Proposta per Cornelis Loots in Italia, Prospettiva, nn 93-94, 1999, pp. 44-59.
E. Parlato, La committenza degli abati commendatari, in San Nilo. Il Monastero italo-bizantino di Grottaferrata. 1004-2004 mille anni di storia, spiritualità e cultura, a cura di P. Emiliano Fabbricatore e della Comunità Monastica, De Luca ed. Roma, 2005, pp. 39-69.
P. Tosini, Opere dimenticate di Giovanni De Vecchi, Nuovi Studi, pp.85-90.